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Scaramanzìa vattene via


Questo post ha un tono un po’ diverso dal solito… ho aspettato molto a scriverlo: essenzialmente per scaramanzia, perchè si sa – se in un periodo le cose sembrano andarti bene, non appena inizi a goderti il momento, tutto comincia a precipitare.

Ma non sono mai stato scaramantico, quindi posso dirlo: dall’ultima volta che ho scritto qui, sono cambiate molte cose!


Innanzitutto ho lasciato l’università – non perchè mi trovassi male, anzi: ma era troppo… troppo come corso, ed io non ero più abituato a studiare da tanto tempo (ma lo ero mai stato?). So che forse ho gettato al vento un’occasione ma io mi ritengo uno degli uomini meno ambiziosi del mondo, quindi sono contento così – sopratutto perchè, qualche mese dopo, ho trovato lavoro!


Olèèèè!!!


Ora sono circa 3 mesi che ho iniziato a lavorare, e devo dire che non mi trovo affatto male: anzi, per essere il primo impiego, sono stato molto fortunato – sia come paga, che come ambiente, che come durata del contratto. Lavoro nel mio settore (quello informatico) il che non può essere altro che bene, inoltre finalmente ho la soddisfazione di vedermi fare qualcosa di concreto; per uno che ha sempre letto le cose sui libri e le poche volte che ha fatto qualcosa lo ha fatto solo perchè richiesto da questo o quell’esame (quindi lavori fini a se stessi, senza uno scopo), ritrovarsi a fare qualcosa che serve davvero a qualcuno è una soddisfazione molto grande!


Insomma, la situazione è questa: incrociamo le dita e speriamo che la ruota continui a girare nel verso giusto…

 
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Pubblicato da su 17 settembre 2014 in Caro diario..., Senza categoria

 

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Just to stay updated


Questo è un post inutile, serve solo a fare il punto su cosa mi è successo in questi 4 e passa mesi che non scrivo (dato che non mi viene in mente niente di meglio)

  • Mi sono laureato (finalmente!)
  • Mi sono iscritto ad una specialistica di un certo “peso” (diciamo)
  • Sono rimasto senza nonni
  • Mi sono portato più vicino ai 30 che ai 20 anni
  • Ho già quasi deciso di abbandonare l’università (diciamo ad oggi mi do il 90% di probabilità di abbandonare)
  • Sto cercando un lavoro senza troppe speranze

Alla fine poteva andare peggio, ma spero di poter scrivere qualcosa di meglio nel prossimo post…

 
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Pubblicato da su 22 gennaio 2014 in Caro diario...

 

La vita al tempo della crisi


Oh, e ‘un c’è sòrdi, c’è pòo da cantà.

Per carità non mi lamento troppo, in fondo ce n’è tanta di gente che sta peggio: non c’è fame, non ci sono mutui da pagare e come dice il proverbio finchè la bocca mangia e il culo rende…


Certo, per rientrarci pari (o andare sotto di poco) a fine mese bisogna rinunciare a tante cose: a quasi tutto, a dire la verità. Alla fine oltre agli ovvi bisogni fisiologici, medici e alle bollette le spese extra sono giusto qualche fumetto – non pochissimi, ma meno di quelli che vorrei – e basta. Nemmeno il Tirreno si prende più e di fare qualcosa di nuovo (in tutti i sensi, dalla cosa minima ai grandi passi della vita) manco a pensarci. Insomma, non è che uno vive, bensì tira avanti. Grazie al cielo in famiglia nessuno fuma nè beve, sennò si stava freschi.


Vabè ma non si può sempre avere quel che si vuole, dirà qualcuno. Giusto. È quando si inizia a dover rinunciare a qualcosa che serve che la cosa si fa pesante. Non tanto fisicamente (ripeto, nessuno fa la fame o rinuncia a curarsi qui) quanto psicologicamente; allora il serve inizia a diventare servirebbe, e lo Zio Paperone che stira le camicie sotto al materasso e riutilizza più volte la stessa bustina di tè inizia a non sembrarti più tanto strambo e divertente.

Sprecone!

Sprecone!


Che poi boh, in teoria potrebbe anche esserci un punto di svolta; varie vicessitudini ed ostacoli della vita hanno fatto si che io, alla veneranda età di 25 anni e passa non abbia mai lavorato (ok non è del tutto vero, ma facciamo finta di sì) ed ora che mi sto per laureare* le cose potrebbero cambiare. Dicono che quelli come me non hanno problemi nel trovare lavoro e forse sarà anche vero, non lo so.


Però poi ti si presenta anche un’altra occasione, per cui cambi totalmente idea e decidi di fare quello che solo un paio di mesi fa escludevi al 100%: continuare a studiare. Si vabè, come sempre uno dice “ma si, proverò a studiare mentre lavoro” ma sappiamo tutti come andrà a finire, inutile nascondersi dietro ad un dito.


Forse è l’occasione della vita, forse è solo paura di cambiare. Non lo so.


Fatto sta che, ancora una volta, ho fatto la scelta che andava contro ogni logica.


Speriamo bene.


* Nota: ancora non è uscita la data, quindi per il momento lo dico sottovoce. Non si sa mai, potrebbe saltar fuori qualche intoppo burocratico dell’ultimo momento, oramai mi aspetto di tutto e di più

 
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Pubblicato da su 18 settembre 2013 in Caro diario..., Riflessioni

 

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Palio di Siena: perchè?


No davvero, che senso ha?

Questo articolo non ha a che fare con tutti i discorsi dei maltrattamenti dei cavalli o col palio in sè: è una manifestazione storica/popolare come tante altre, non c’è nulla di male.


Ma allora perchè tutti gli anni ha la diretta su Rai 2? Una diretta stupida, che non si sa quanto dura, dato che ogni volta fanno 2 ore di collegamento con inquadratura fissa sui cavalli che non c’è verso di fare stare in riga per la partenza (che poi non ci credo mai) e che i commentatori tentano goffamente di riempire raccontandoci tutte le menate sulle contrade di Siena (che a uno che non è di lì, ovvero la quasi totalità di chi guarda, non gliene frega un cazzo nulla)… ma se ti interessano le manifestazioni storiche in Italia ce ne sono 100000 migliori da far vedere (il calcio storico fiorentino o la giostra del sarracino ad esempio, giusto per non citare il gioco del ponte a Pisa che sennò mi dite che sono di parte), che sai quando iniziano e quando finiscono, con tanto di corteo storico in costume attorno… ma no!
Ogni volta (2 l’anno se non erro) ci dobbiamo sorbire 2 ore (se tutto va bene) di cavalli che girano in tondo in attesa di non si sa bene cosa… qui si vede la potenza del Monte dei Paschi, sennò non mi spiego come sia possibile che da 40 anni una manifestazione così banale riesca a sequestrare rai 2 per un pomeriggio intero…


… e poi ci si chiede perchè la gente non guarda la tv.

 
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Pubblicato da su 2 luglio 2013 in Riflessioni

 

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Una cosa che da ragazzino mi fece commuovere


Di solito sono prolisso quando parlo di me, ma stavolta sarò breve – e si, lo so che il titolo dell’articolo può sembrare stupido, ma vi assicuro che non lo è.

Chi mi conosce sa che non sono uno che si commuove spesso. O meglio, di tanto in tanto mi capita, ma quasi mai per un film, una storia a teatro o in generale un prodotto di intrattenimento. Evito come la peste tutto quello che è etichettato come “romantico” o “drammatico” perchè sono generi che non mi piacciono… però un paio di volte è capitato (sempre parlando di “commozione da intrattenimento”, non di sentimenti personali).

Sembrerà strano ma una di queste volte, la più significativa secondo me, è accaduta verso la fine dei lontani anni ’90) leggendo un fumetto. Al tempo ero un ragazzo delle medie o poco più, conoscevo a malapena i manga (o meglio, conoscevo solo dragoball), i comics americani mi erano del tutto sconosciuti e campavo a pane e PK.

Già, PKNA. A mio parere uno dei fumetti migliori del mondo di sempre (altro che v per vendetta), ingiustamente sottovalutato da mamma Disney solo perchè ha avuto la sfortuna di nascere italiano… ok direte voi “va bene, ti è piaciuto: però sarà stato adulto quanto ti pare, ma è sempre roba disneyana… il protagonista era Paperino mascherato ed i cattivi dei paperoidi viola dallo spazio, cosa c’entra la commozione?”.


C’entra, c’entra. Dovete capire che è stato un momento molto particolare, irripetibile. Si stava facendo la storia del fumetto italiano ed io la stavo vivendo “in diretta” (ovviamente allora non lo capivo). Inoltre io avevo un’età molto strana; ero un ragazzino, come ho già detto. Non c’era internet (pubblicavano ancora la posta cartacea) e non c’erano spoiler, quindi quello che leggevo accadeva davanti ai miei occhi, in quel momento: non era una traduzione, una differita o una cosa già successa, era lì ed ora.


E fu proprio per questo che leggendo PKNA #33, quando alla fine vidi morire il razziatore, uno dei miei personaggi preferiti, la lacrimuccia mi scappò. So che adesso da adulto sembra una cosa stupida (e forse lo è), ma è stato un momento unico, che ricordo ancora con gioia. Poi ci furono anche altri numeri, qualche personaggio tornò, molti altri morirono (Xadhoom…) ma lui fu il primo, e nessun altro mi fece lo stesso effetto.




Grazie PK, e grazie anche a chi ha letto questo articolo di aver condiviso con me questo ricordo (grazie che mi sopportate, insomma). Poi è chiaro, nella vita vera ci si commuove per ben altre cose ma se pensate che c’è gente che lo fa con le telenovele o con dei film stracciaballe del calibro di memorie di una geisha, forse non è poi così strano che un ragazzino si potesse emozionare per un giornalino di Pk.

 
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Pubblicato da su 12 Maggio 2013 in Caro diario..., Intrattenimento

 

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